E' giovedì e sono le 13.00, "casualmente" ho l'attrezzatura da pesca in auto e ho risolto il lavoro, che fare? per andare a san felice è tardino ma decido comunque, nonostante la pioggerellina mista a nevischio che cade. Via via che mi avvicino al monte Circeo noto che la pioggia e il nevischio cadono copiosi ma oramai sono qui, mi preoccupa solo un fastidioso vento da sud che noto, scuote le fronde degli alberi del bosco di Sabaudia. Arrivo al Circeo e una volta al "belvedere" che da sul golfo di Terracina, noto onde alte e spumose che fanno da padrone spronate dal forte vento, decido di andare comunque e dare una occhiata. La vestizione sotto la pioggia, specie se in novembre, non è mai piacevole ma avviene veloce e precisa, afferro il mio fido fucile della "Foppa Pedretti" e scendo verso mare attraversando il complesso alberghiero, in effetti le onde ci sono alte e copiose ma la protezione del golfo mi da possibilità di provarci, forse mi manca un kg di piombo ma userò le gambe come àncora. Passa mezz'ora e ancora non avvisto pesce, l'acqua non è troppo limpida ma a me piace, può sbucare di tutto dal "buio" e la cosa mi arrazza... prendo una orata di dimensioni buone e la cosa mi fa ben sperare, nell'agguato successivo mi scorre davanti uno spigolone sui 4-5 kg sparo lo graffio ma è leggermente fuori dalla portata del mio fucile armato con un elastichetto da cancelleria! insisto negli aspetti ed ecco ancora lo spigolone che mi punta di muso per fermarsi a distanza per lui di sicurezza che sembra dirmi" 'A bello, m'hai fregato prima ma ora frego io te!" e se ne va. insisto e intanto il sole, nascosto dalle nubi è già basso, mi avvio verso la spiaggetta pregustando la mia orata per cena, tento un ultimo aspetto ed ecco la sorpresa: dalla mia sinistra arriva una leccia che stimo intorno ai 27-30 kg, è più grande di me, piu alta di me piu spessa di me, in pochi secondi analizzo la situazione e penso al mio elastichetto che arma il fucile e alla ciccia della bestia, penso ai nodi della sagola e spero che siano tutti fatti bene, decido di spararle in testa ma, credetemi; alla leccia, il corpo puo crescere quanto vuoi ma la testa non so perchè rimane piccola, troppo piccola, decido il colpo al cervello sperando di freddarla, sparo ma l'animale durante l'arco di tempo che mi è servito per mettere in campo una strategia di cattura, ha percorso dei centimetri e l'asta si conficca 4 dita dietro la scatola cranica e non la trapassa, risalgo e, dopo un attimo di sgomento del pesce, questo parte verso il largo trascinandomi letteralmente. i 30 e piu metri di sagola sono già terminati e ne avvolgo due giri intorno al fusto del fucile in maniera da controllare l'animale usando tutte e due le mani e l'arma come fosse un manubrio. I minuti passano e mi rendo conto che la leccia mi ha portato in mezzo al mare, le onde sono alte e mi strappano la maschera dal viso, ogni volta che lei molla, io usando le pinne in carbonio al massimo della spinta, guadagno 10-15 metri vesto terra, ma, ogni 15 metri che guadagno, lei se ne prende 30-40, per un attimo la vedo saltare fuori dall'acqua, cazzo, mi dico, è proprio grossa, vedo nitidamente dove l'asta si è conficcata, ha tanta ciccia ma si sta lacerando. E' quasi notte e devo decidere, "LA MIA VITA NON VALE IL PESCE" mi dico, inizio allora il tiro alla fune che per un attimo mi da ragione, sono nel golfo e le onde alte sono distanti da me, la leccia ha "mollato" penso fiducioso, TROPPO fiducioso che sia quasi fatta, macchè ha solo preso fiato, infatti dopo pochi secondi dall'aver mollato riparte e questa volta dritta verso il largo, ora le lecce sembrano 5! Ma anzichè assecondarla come avevo fatto sino ad allora faccio resistenza, "non mi ci porti là in mezzo" le dico, infatti l'inevitabile avviene, sento uno strappo morbido, di quelli che ti fanno immaginare le carni che si lacerano e la sagola improvvisamente "molla" si affloscia e fa capire che la besta si è liberata, sono felice, so di averla colpita in un punto non vitale, la schiena, so che ora starà su qualche fondale a leccarsi la ferita, so che tra qualche giorno ricomincerà a cacciare, sono contento così, sono contento di non aver avuto un secondo fucile, sono contento di averla cacciata lealmente e con rispetto e lei lealmente ha vinto.
Sono in spiaggia ed è quasi buio, guardo per un'ultima volta il mare nero e schiumoso, mi commuovo un poco e penso che ancora una volta sono stato partecipe di una bella avventura, di quelle da raccontare ai nipotini tra trent'anni.
Ci vediamo questa sera in piscina....
Il club Sub Apnea Latina Nasce nel 1995 dall'unione di appassionati di questa meravigliosa disciplina,interrompe la sua attivita' in seguito ad una fusione con un altro circolo pontino dal quale si distacca a gennaio 2010.Oggi e' una associazione composta da SOLI apneisti appassionati di pesca subacquea. I Corsi di pesca in apnea,le uscite in mare e la vita sociale sono il fiore all'occhiello di questa societa' sportiva che partecipa attivamente a tutti i campionati di pesca subacquea.
Fantastico...mi è sembrato di essere li con te (magari ad esserci). Ti ho sempre stimato e continuerò a farlo, non solo per la persona che sei, l'istruttore che sei, ma per quello che trasmetti...AMORE E RISPETTO PER IL MARE! a stasera
RispondiElimina...e sono sempre quelli che non porti a casa i pesci che lasciano il segno!
RispondiEliminaAlbino docet!!!!
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