Sorvoliamo sulle catture standard e concentriamoci su quell’ultimo stramaledetto giorno di vacanza in Grecia.
Finalmente il Meltemi che aveva spirato forte quasi ininterrottamente sembrava lasciare uno spiraglio per organizzare un’uscita SERIA.
Gli elementi c’erano tutti:
- il fiato e le gambe allenati da ore ed ore di estenuante sottocosta
- un barcaiolo d’eccezione - Dimitris
- un bravo compagno di pesca - Alessandro
- un mare strepitoso
- il tifo di familiari e compagni di vacanza
Ore 6:00 appuntamento al molo.
Alessandro, bravo apneista romano conosciuto in vacanza è puntuale.
Il caro Dimitris (un personaggio al limite tra l’umano ed il surreale) si fa attendere.
Tra una chiacchiera e l’altra, con la piacevole compagnia di Alessandro si fanno le 7:00 e pensiamo di concedere solo altri 5 minuti al ritardatario.
Quando i giochi sembravano fatti e siamo sul punto di raccogliere le attrezzature, ecco un capolino spuntare da un gozzo ormeggiato a pochi metri.
Stupore… non mi dire… è lui ...Dimitris.
Un paio di bestemmie se le prende, ma sottovoce.
Ha gli occhi ancora appiccicati di caccole miste a salsedine, scuote
OK, ci mettiamo ancora una volta l’anima in pace e passiamo alle foto di ricordo.
Ma ecco che succede l’imprevedibile, scatta qualcosa! Che cosa poi?!?
Il gigante buono frettolosamente sale a bordo del gozzetto, accende motore e ci fa segno di seguirlo: si va a pesca!!!!!!! Boh!
Beh se lo dice LUI che si può andare a pesca, noi contenti ed increduli andiamo.
La traversata verso l’isola che abbiamo scelto come zona di pesca è a dir poco ….umidiccia.
Finalmente vestizione a ridosso di una falesia e via, siamo in pesca… appuntamento con Dimitris alle 12:00.
Fondali mozzafiato, tane (vuote) dappertutto, pesce pochino, con Alessando ci teniamo d’occhio.
Il tempo passa e finalmente troviamo la pietra dei sogni!
Dall’alto vediamo imbucarsi sotto di noi 2 cernie: una ggggrossa.
Iniziano i tuffi x studiare il massone che presenta avere varie aperture.
Metto la testa dentro e mi trovo una corvina bella massiccia dritta davanti alla maschera.
Istintivamente sparo e me ne pento. Ho spaventato la cernia, sicuramente.
Però al paesino qualcuno diceva che “chi non s’accontenta delle sizze della wacca, kiappa gl’ metacchje degl tor!”
OK non divaghiamo.
Tuffo successivo, provo una diversa imboccatura e trovo un’altra corvina ad aspettarmi…tranquilla. Bene. Non sparo e risalgo. I commenti in superficie con Alessandro sul BENDIDDIO che nasconde quel massone li lascio immaginare.
Ci alterniamo nei tuffi, ma della cernia nessuna traccia.
Finalmente all’ennesima apnea, E-C-C-O-L-A !
Bella, una 15ina di chili di ciccia, non molto tranquilla, alla mia destra, accostata al fondo della tana, il calcio è troppo in avanti, non posso allineare, approfitto di un istante in cui si mette di muso e zak, la becco sopra l’occhio sinistro.
Tento di tirarla fuori, ma non è cosa.
Risalgo tenendo la sagola in trazione.
Scende Alessandro, ma la tana è una nuvola di fango e il pesce non viene fuori.
Decidiamo di attendere qualche minuto che la sospensione si sedimenti. La tana è moto ampia e tutta a vista.
Di colpo la sagola perde tensione. Ne recuperiamo un paio di metri. Si è spostata.
Alla discesa successiva iniziano i guai: si è spostata in una camera più piccola, a sinistra dell’entrata ed ha puntato il muso contro un sasso che le copre la testa.
Ci infiliamo dentro a turno ma il codolo dell’asta rimane fuori portata. Una manciata di centimetri.
Seguono una infinità di sommozzate, nella speranza di poter assestare il colpo risolutore, ma NIENTE DA FARE.
Arriva la stanchezza, e finalmente arriva anche il barcaiolo.
Immaginate ora di dover trasferire l’accaduto ad un poliglotta come Dimitris, mentre vi ronza attorno impettito nel pozzetto del suo avveniristico mezzo nautico.
Segue una frase tipo “..gsrtd dtfgdbvd katanka – katanka ooysrtsvgdtrte.. “
E Alessandro, serio, che mi chiede “che ha detto?”
Ancora una volta Dimitris sfodera l’asso dalla manica: una fiocina a 5 punte!
Ma è troppo corta.. quell'arma letale!
Nessun problema, eccolo tirar fuori un inaspettato sistema di prolunghe.
Beh proviamo. Il gioco è inserire l’asta tra due punte della fiocina e spingere indietro il pesce per poterlo poi estrarre.
L’idea è buona, ma il manico del marchingegno cede alla minima sollecitazione laterale.
BASTA. Siamo stanchi. Si torna a riva.
Lasciamo il pesce in trazione con una boetta e facciamo ritorno, godendoci le gracchianti nore del potente impianto hi-fi installato a bordo.
Io riparto il mattino seguente, MA…………Alessandro resta altri 4 giorni ed è perfettamente all’altezza della situazione.
Segue un fitto scambio di SMS nei giorni a seguire.
Ci torna il giorno successivo sulla tana Alessandro, e la trova esattamente nella stessa posizione. Niente di fatto.
Serve un raffio fatto a dovere, altrimenti se la mangiano i granchi sta bestia.
Si ingegna Alessandro e prepara l’arnese, ma il meteo non perdona e 30 nodi di Meltemi lo tengono forzatamente a riposo. Persiono io gia in Italia seguivo il meteo pregando per un buco di vento.
Finalmente il giorno prima della sua partenza, torna ancora sul posto.
Equipaggiato a dovere e…. una birra a chi indovina il finale!
Albino
Che dire.. Un ricordo bellissimo di un posto fantastico. L'entrata di quella tana ancora me la sogno la notte ma soprattutto mi manca lui. Dimitris, il barcaiolo più grande della sua barca, un gozzo di tre metri sul quale, quella volta, sono salito e ho pensato: "forse ero più al sicuro con la testa in quella tana a 20m".
RispondiEliminaAggiungo una birra a chi indovina il finale.
...Benvenuto tra noi Alessandro!
RispondiEliminaps: la cernia la ha presa Ale ma se la è mangiata il greco.....