venerdì 21 gennaio 2011

Sincope

Ecco amici miei, questa è una bella sincope(o black hout ) arriva Sempre e puntuale quando si esagera. L'atleta in questione è stato fortunato ad avere l'assistenza, se la stessa cosa fosse successa in mare soli o in compagnia di un amico distratto, bene, sarebbe stata la fine. La fine della vita, degli amici, dei figli della famiglia.Rizzate sempre le antenne e non esagerate mai, la vita non vale uno o più pesci...
Notate come,una volta appurata l'entita' dell'incidente, nessuno lo rianimi, non ve ne è bisogno, fa tutto il nostro organismo, è sufficiente che, quando i meccanismi di difesa rimettono in moto la respirazione, la testa e la bocca, non siano sotto acqua, e che le vie aeree siano libere, ve lo dice uno che alla sincope, è scampato da solo.
25 anni fa circa,mi trovavo in compagnia di amici all'isola del giglio,era primavera e la giornata era bellisiima con mare limpido e sole splendente, cacciavo saraghi in compagnia dei miei amici "argonauti" club gommonautico del quale ero presidente e socio fondatore. avevo pescato belle prede, e la precedente serata a base di spaghetti alla granseola e vino toscano cominciava a pesare nelle gambe, mi dissi: "ancora uno e me ne vado" scesi sul fondo intorno ai 24 metri, i saraghi erano corpulenti ma scaltri e veloci, ne inseguii uno e mi sentivo MAIORCA!Con una apnea infinita.Lo stato ingannevole di mio benessere però,non era dato dalla mia capacità polmonare, ma dal tasso di anidride carbonica che stava facendo un bel lavoretto nel mio organismo, rammentai allora in un istante la lezione che feci con il mio primo istruttore di nome Dante nel lontano 1976 proprio sulla sincope anossica, ero un ragazzo. Con calma sfilai il pedagno dalla cinta, sganciai la cintura dei piombi e iniziai la risalita,il filo della boa si incastrò intorno a una pinna, mi fermai ancora per districare la matassa cercando di rimanere lucido, le contrazioni arrivarono subito con forza già dai primi metri della mia risalita scuotendo il mio addome con violenza, pensai "E'la fine...che coglione che sono!" Morire cosi'!...Non ricordo ancora oggi nulla degli ultimi metri che ho percorso svenuto e che mi separavano dalla superficie, Le mie amiche sirene mi tennero però la testa fuori dall'acqua e ripresi subito a respirare,ricordo di aver visto in lontananza la montagna, anzi l'isola selvaggia, nessuno dei miei compagni si accorse di nulla, da allora non mi fido più di nessuno,a meno che non si IMPOSTI LA PESCATA IN DUE E CON UN SOLO FUCILE...Meditate ragazzi....
buona giornata,Sandro.

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