martedì 30 novembre 2010

MERAVIGLIOSA AVVENTURA DI PESCA DEI NOSTRI AMICI ALBINO E LUCA IN LIBIA






foto 1-Arrivo in Libia (a sinistra uno dei migliori gabinetti che abbiano trovato, con i rubinetti "decorativi dai quali non usciva acqua!)foto 2-Costa cirenaica, foto 3-Si parteee!foto foto 4-gonfiaggio del gommoncino con Luca assonnato che si stiracchia e pensa: "Ma chi me lo fà 'ffà??"foto 5-pescato, foto 6- il mitico MOA,foto 7- "sistemazione per la notte" foto 8- TUTTI A TAVOLA!!





Mi pare appena ieri: i preparativi, le fomalità per il visto, il viaggio, l'aria condizionata a palla in aeroporto, la spavalderia e le occhiate boriose dei baffuti militari onnipresenti, il caldo ora secco - ora umido, i profumi… e le puzze, i tassisti con la sigaretta perennemente accesa, i sedili sdruciti e la musica dal ritmo ossessionante, l'asfalto lisciato dal sole, le contrattazioni per ogni cosa, le sistemazioni moooolto spartane, l'incontro con Moa e Farraj - compagni di avventura, i paesaggi brulli, la pianificazione dell'itinerario, l'ennesimo tè, il viaggio luuuuungo verso la Cirenaica, gli incroci senza indicazioni, finalmente il cellulare che non prende, i bagagli accatastati sul pick-up prima e nei dormitori dopo, il russare impetuoso di Moa, il cantilenare di Farraj che prega, le ore passate a cercare di prendere sonno, il lontano ricordo del bagno di casa, i rubinetti decorativi (che tanto l’acqua non esce), gli amici degli amici Ajdin - Budr - Abdullah che si uniscono alla combriccola ….e finalmente la pesca, i fondali, acqua limpida, specie nuove, le tracce dei bombaroli sul fondo, la pulizia del pescato, la preparazione dei pasti, le spezie, la mancanza di posate – di piatti – di padelle – di pentole, fare a turno a bere il tè (che ci sono solo 4 bicchieri), le mosche, le risate, e ancora tè a la menta, lo sfottò per i pesci presi e quelli non presi, la spensieratezza totale, la programmazione della giornata di pesca successiva…e così via per 7 indimenticabili giorni.

Una dimensione da sogno, tutto molto scomodo, ma indimenticabile.

Qualche pillola in immagini.

lunedì 29 novembre 2010

BISOGNA ESSERE ONESTI......


Era una fredda e ventosa mattina di Ottobre. Quando alle 5 del mattino aprii il cancello di casa,trovai ad aspettarmi un infreddolito Alfonso,compagno di pesca di allora.Aveva piovuto molto fino alla sera precedente, ma noi, stakanovisti del mare,non esitammo nemmeno un istante. Sacche in macchina e il mio fido MARSHALL agganciato dietro la jeep, rotta:foce verde.L'onda lunga che si intravedeva nel buio mentre percorrevamo il lungomare,non diceva nulla di buono ma oramai le cellule del corpo, l'adrenalina,il cuore...Tutto esigeva Acqua,sale e prede...Arrivammo in un posto che,per ovvie ragioni non dico, anzi, lo dico solo agli amici ma in separata sede(dietro riscatto)Entrammo in acqua.La situazione era quella che in auto avevo previsto;Mare mosso con uno spesso strato in superficie di acqua piovana fredda e melmosa.Più sotto però la situazione migliorava leggermente.Iniziammo a effettuare dei lunghi aspetti nella speranza di vedere qualche spigola o sarago da cucinare la sera a cena.Niente, non si vedeva niente, le mute erano da tre millimetri e la situazione si faceva sempre più fredda!Dissi a me stesso, "ancora un apetto e cambiamo posto" Ero sul ciglio della secca e avevo il mio fido fucile di legno,che ferruccio, prendendomi in giro chiama "il foppa pedretti"(ditta che fabbrica mobili di legno n.d.r.) con la punta verso il largo, da dove non so perchè mi aspettavo arrivasse qualche cosa...L'istinto diceva che,se non vi erano in giro pesci di nessuna taglia, poteva trovarsi in zona un predatore. Non sbagliai.Improvvisamente sbucò da buio un bel dentice,mi passò a 2 metri dalla punta dell'asta con direzione dx verso sx. Superata la sorpresa,sparai d'istinto(se miro sbaglio di sicuro)maledicendo la decisione di scedere in acqua con un fucile di lunghezza75 cm.La bestia ebbe un sussulto e vidi gli occhi stupiti roteare per un breve istante,come dire "E MO' QUESTO,CHI E'?" d'improvviso si riprese, sentii una trazione violenta ma costante, la senzazione era quella di un camion in accelerazione che ti trascina,urtavo gli scogli, le alghe si incastravano tra i piombi della cintura zavorrata e nella maschera, pensavo all'asta,mi vennero in mente tutti i nodi che la assicuravano al resto dell'arma, lo avevo colpito al centro del corpo leggermente basso ma non lo avevo trapassato, speravo almeno di aver leso qualche centro vitale. E se avessero ceduto??Poi il dramma, il pesce si strappò...Con calma lo cercai nei meandri del grotto(il dentice quando viene colpito cerca sempre rifugio sotto il primo sasso che incontra)ma senza esito...Oramai arrabbiato mi resi conto che non ragionavo più e questo è pericoloso, salii sul gommone e feci un poco di training autogeno, la giornata non sarebbe, almeno per me, finita con questo episodio. Richiamai l'attenzione di Alfonso urlando(a causa del vento) che avevo perso un pesce grosso, sostenni quello che dicevo con il gesto tipico del pescatore che,con le mani contrapposte e le braccia llargate, mima la grandezza della preda, lui mi guardò sorridente e lo tirò fuori dall'acqua "E' questo???"Cacchio se è questo!!!Dissi...La gioia fu tanta e mi ripresi galvanizzato.Mi disse che lo aveva trovato agonizzante sul fondo.La giornata si mise al meglio anche meteorologicamente, uscì il sole e si calmò il mare, catturai in un'altra zone molti grossi saraghi che regalai ad Alfonso...Il peso della bestia superava i 6 kg. e lo cucinai nel forno a legna con un letto di patate e 2 litri di vino bianco per aromatizzarlo...

giovedì 25 novembre 2010

Pesca sub in inverno, guai e rimedi...


Ammazza che freddo!.. Mi ha detto un allievo l'altra sera in piscina.In effetti, le temperature estive non ci sono più, ora c'e' l'altalena del freddo - Umido a tutte le ore. Questo purtroppo determina anche inevitabili effetti collaterali causa di raffreddori,riniti e sinusiti varie. Questi "malanni" limitano seriamente la nostra attività subacquea, prima tra tutte a farne le spese è la compensazione delle membrane timpaniche che, per effetto della pressione che aumenta man mano che si scende, vengono spinte verso l'interno causando forti dolori e spesso la rottura dei timpani stessi. In piscina o in mare purtroppo, è la stessa cosa.Quando si scende le vie aeree devono essere libere, se si ha un minimo di raffreddore è meglio desistere, se invece siete dei "tosti" che mai e poi mai rinunciano, bene, allora vi do qualche piccolo ma utile consiglio: Prima di effettuare l'immersione, inalate dal naso dell'acqua di mare,(occhio a non ingoiare, causa seri danni ai reni) è un ottimo corroborante anti infiammatorio,provate a compensare e se ancora non riuscite è evidente che avete del muco che ostruisce quanche canale, provate a liberarvene con uno "Scaracchio" degno di nota, se ancora non va allora la cosa è seria, Provate ancora utilizzando la tecnica della "respirazione alternata" è un eccellente rimedio, questa infatti, "forza" il passaggio di aria che con una normale respirazione non avremo, insistete per un bel pò di munuti e sentirete il muco muoversi per effetto del passaggio dell'aria appunto.Ma se anche così non va,allora proprio non è cosa,ripiegate quindi le insegne, togliete la muta e tornate a casa,Strada facendo un buon latte caldo con del miele al bar in piazzetta al Circeo o dove voi siete vi farà senz'altro bene, vorrà dire che per cena mangerete amburgher o altro....Meditate ragazzi,meditate!....
Ci vediamo domani sera in piscina...
Sandro.

martedì 23 novembre 2010

Bel carniere variegato invernale...


Questo carniere,composto da: 2 corvine,(pesce questo, che non troveremo mai in pescheria in quanto impossibile da catturare con le reti) uno scorfano,sette saraghi e un cefalo, è stato realizzato con la tecnica della pesca al "razzolo" questo tipo di caccia è molto faticoso,molto dispendioso in fatto di energie, ma molto redditizio.La tecnica è semplice, consiste nell'osservazione(quando l'acqua è limpida) del fondale e del comportamento dei pesci. Se invece vi è impossibile osservare dalla superficie, dovrete effettuare delle "planate" cioè dei voli a mezz'acqua... Se davanti a una "tana" staziona un piccolo sarago,oppure vedete una "nuvoletta" di sabbia smuoversi, bene, all'ottanta per cento, se osserverete bene nei meandri del grotto, troverete delle belle prede. Se in una zona apparentemente deserta, troverete degli escrementi di pesci(nel caso del sarago, delle piccole montagnette di spine di riccio miste ai cocci del riccio stesso,trasformati dall'apparato digerente in graniglia) bene, cercate e troverete gli..autori!E' una tecnica creativa alla quale aggiungere la nostra capacità predatoria.Io cerco di non ragionare troppo e di fidarmi dell'istinto.

lunedì 22 novembre 2010

SPIGOLE D'INVERNO...


..Quante volte ci sarà capitato di pensare,mentre ci rechiamo sul posto di pesca all'alba e con temperatura così bassa che taglia le ossa: "ma chi me lo fa fare?" Ripensiamo alle coperte ancora calde lasciate da pochi minuti,al TG. del mattino visto con una buona tazza di caffè fumante, alla colazione al bar con un giornale fresco di edicola. E invece no!Siamo in quel momento, coloro che vanno "contromano",contromano nel vero senso della parola,infetti,la sfilza di auto che vediamo incrociarci nel senso opposto di marcia è formata da chi a quell'ora, sta ..Rientrando a casa! Ma noi no! Noi siamo quelli dell'alba e pensiamo quasi a giustificarCi" andate pure a dormire, non sapete che vi perdete..(Sigh!") Quasi sado-masochisti! Il pensiero di doverci spogliare con il freddo invernale e spesso con il vento, non ci spaventa, (anzi ci spaventa...ma mai ammetterlo...) ma il mondo che ci attende è di gran lunga più caldo, o meglio, scalda il cuore e spesso il piatto! non mi dilungherò oltre, dico solo che, qualche volta il sacrificio paga, e le due belle spigole in foto ne sono la dimostrazione....
Buona giornata,Sandro.

sabato 20 novembre 2010

Grosso TRIGONE


Ho catturato qualche tempo fa questo bell'esemplare di TRIGONE di circa 40 kg. E' stata una Cattura facile di un povero animale indifeso. E' stata la prima e sarà l'ultima volta che ne uccido uno. Lo ho cucinato alla maniera dei SARDI; scaldate in una padella grande del burro, quando sara' cremoso aggiungere le fettine di TRIGONE, una spruzzata di vino bianco,sale e aggiunta di una manciata di pinoli.Servire caldo con vino bianco fresco.
Sandro.

giovedì 18 novembre 2010

Introduzione tratta dal libro inedito "IL MIO MARE" di Sandro Arcieli


“IL MIO MARE”
… A Sergio, silente e fraterno amico. Nobile cavaliere d’altri tempi, padrone del suo tempo e della sua arma. Catturava pesci e insegnava a catturarne. Non mi manca e non mi mancherà, ha lasciato troppi segni di sé durante il suo passaggio su questa terra, lealtà ottimismo... Grazie amico mio, grazie compagno di tante albe vissute insieme.…




Premessa :
Questo libro nasce dai ricordi di un bambino che a 6 anni scopre l’universo marino e si articola in racconti di esperienze e situazioni buffe. La memoria va avanti e indietro come un elastico dinamico.
L’essenza di tutto è la memoria appunto, grazie a questa non si è destinati a ripetere gli errori degli altri e i propri, siano essi grandi o piccoli …

E’ l’alba e sono in mare.
Tutto intorno è azzurro, il sole lentamente sta sorgendo dietro le montagne investendole di colore arancio che, mischiato al turchese del cielo e al bianco dei cirri, dà origine a sfumature che nemmeno Leonardo potrebbe replicare. Anche questa mattina Dio si è divertito. Lui ha la tavolozza dei colori della natura, li miscela con abilità e maestria e la varietà cambia in continuazione; Viola, fucsia, rosa, giallo, i colori si fondono tra di loro man mano che il sole cresce, dando origine a mille sfumature cromatiche, ora pastello, ora scarlatto… Che spettacolo! Mi guardo attorno e mi rendo conto di essere solo e unico testimone di questo miracolo, ogni giorno diverso, ogni volta più bello. Il silenzio è rotto dal verso di due gabbiani che volano sfiorando la superficie dell’acqua nella speranza di trovare cibo composto dai resti del pasto di pesci predatori notturni, oppure qualche branco di pesciolini che nuota in superficie nella vana speranza di fuggire agli stessi. Quasi mi sfiorano con il loro volo radente e, per un istante, riesco a vederne nitidamente l’occhio marrone scuro con il piccolo iride nero, segno tangibile della messa a fuoco a lunga distanza, occhio spietato e acuto, occhio vigile del cacciatore, di colui che per natura non fa prigionieri. Riesco a sentire chiaramente il fruscio ovattato delle ali nel loro battito, di queste noto le sfumature che dal bianco si scuriscono leggermente per divenire grigie e poi nere … Andate - penso - e buona caccia!


Ho indossato la muta e sputato nella maschera per togliere i residui di sale e di grasso causati dalla precedente immersione, come sempre. Ancora, per un attimo, provo un leggero fastidio, è l’odore pungente del neoprene. A distanza di 30 anni e più, ancora non riesco a sopportarlo. Non tanto per l’odore in sé, quanto perché contrasta troppo con il profumo della natura: il neoprene della muta da sub, deriva dal petrolio, prodotto che con il mare poco ci sta.
Entro in acqua. Il panorama cambia all’improvviso, branchi di acciughe si muovono cambiando direzione ritmicamente, riempiendo tutto il mare circostante di argento, dal fondo alla superficie. Qualche medusa di colore viola elettrico con sfumature gialle e dai buffi corti tentacoli si lascia portare dalla corrente pigramente, ha una forma chiaramente tozza e cilindrica, mi ricorda per un istante quei buffi cappellini che portano le nonne nei fumetti, di quelli che si fermano tra i capelli con lunghi spilloni sui quali si può applicare una rete che copre parzialmente gli occhi. La cosa mi fa sorridere. Sotto la medusa nuotano dei piccoli pesciolini blu, sono delle castagnole o “guarracini” come li chiamano in Campania, questi appena nati sono di colore blu, poi crescendo diventano neri. Grazie a questo ultimo colore attuano una strategia che serve per spaventare i loro predatori. La loro giornata si svolge in branco ma in formazione “indipendente”. Infatti quando si presenta un pericolo si ammassano vicinissimi,( come usiamo dire noi sub; si “Appallano” cioè formano una grossa palla scura) sembrando così un grosso pesce, come un plotone di soldati in formazione da battaglia. Questo in genere spaventa i male intenzionati pesci di grossa taglia. Più in basso tantissimi pinnuti colorati sparsi tutt’intorno, si muovono lenti e sinuosi; qualche sarago, ancora intento terminare il suo pasto notturno a base di ricci di mare, si allontana – non appena mi sente - lentamente.
Mentre guardo questo spettacolo, ringrazio mio padre e lo faccio ogni volta, per la grande opportunità che in passato mi ha dato. E questo pensiero mi porta ogni volta indietro nel tempo …

martedì 16 novembre 2010

Il pontile della nucleare,nave scuola per pescatori sub...


Ieri sera, dopo la lezione in piscina, sentivo due amici del circolo della pesca che parlavano del pontile della nucleare di FOCE VERDE..Tornando a casa ho scovato questa foto.Dal giorno in cui è stato fatto questo scatto,(fatto con una macchina fotografica REFLEX, di quelle con il rullino che dovevi aspettare minimo una settimana prima di vedere se "la foto era venuta bene") sono passati circa 30 anni. Indosso la mia prima VERA muta. Era una tecnisub da 3 millimetri con cappuccio incorporato. Come sottomuta, una maglia di lana di quelle tipo militare color rosa carne e a manica lunga, al posto dei guanti da sub, usavo quelli di gomma da cucina fregati a mia madre che, per di dignità, indossavo al contrario(parte rosa interna e bianca esterna) i piedi li proteggevano con due calzettoni di lana, usavo quelli ereditati da mio fratello facenti parte del corredo da vigile del fuoco,lana forte e..Dura!Il fucile era uno solo,un MEDISTEN lungo 70 cm. modificato e potenziato, lo usavo per tutto, aspetto,tana,tutto insomma. Ricordo che, non avendo nè barca nè gommone,nuotavamo tanto,ma bisognava fare in fretta, infatti in inverno, questa attrezzatura a poco serviva.Conoscevo un signore di latina che aveva un barchino parcheggiato tutto l'anno sulla spiaggia dove ora c'è la discoteca "Cancun", aveva anche un motore da 9 cavalli.Il patto era: "tu mi presti la barca e io ti porto un pò di cozze"! Era questo il Dàzio da pagare. A quei tempi la spiaggia era molto lunga e ampia,e,nel casale dove ora c'è la discoteca, c'era la colonia"ACLI" dove andavano i bambini in colonia appunto. Per arrivare in acqua dovevamo fare almeno 30-40 metri di cammino, immaginate la cosa con una pesante barca da trascinare e al secondo viaggio, con il motore sulle spalle...ma volevi mettere?...Il pontile era mèta di pochi e non perchè non lo si conoscesse,ma semplicemente perchè i pescasub apneisti si contavano sulle dita di.. Una sola mano.. Entravamo in acqua con il fucile carico, tanto era il pesce presente, che spesso si sparava dalla superficie. Ricordo un giorno, il mio amico Bernard, sparare in un buco dove erano entrate centinaia di spigole di tutte le taglie, egli sparava alla cieca non avendo la torcia, ne estraeva una,due,tre alla volta come fossero allo spiedo, le più piccole, ferite non a morte, le liberava per tenere le più corpulente. Nei buchi della franata di levante, abitavano enormi gronghi e polpi da rekord..Ho avuto la fortuna e l'onore di esserci e ho ancora impresse nella mente quelle immagini indelebili,(freddo compreso)Vado ancora oggi al pontile,ci vado quando gli altri pescasubbi se ne sono andati,qualche volta ne incrocio qualcuno con il "retino" pieno di piccoli pesci e piccoli polpi buoni solo per essere fritti.Non fanno onore al pescatore subacqueo.Al pontile riesco ancora a prendere qualche pesce degno di nota,ma quei bei tempi non torneranno più, forse tra molti anni, quando le coscienze degli uomini saranno più sagge e la pesca più selettiva,chissà!...
Sandro.

mercoledì 10 novembre 2010

Partita di Hokey subacqueo del 8/11/2010.


Ieri sera si è svolta la sfida settimanale di hokey Sub (mi dispiace per gli assenti....)Le squadre,composte da: "A":Sandro,Daniele piccolo,Pasquale e Luca contro "B" Ferruccio,Massimo,Andrea e Moreno quest'iltimo autore del gol della vittoria, non hanno fatto sconti approfittando di ogni distrazione dell'avversario...Risultato 4-3 per la squadra "B" Ma alla prossima ci rifaremo (ci alleneremo nella vasca da bagno o sotto la doccia di casa.....)

BEL (e buono) SARAGONE....


Il sarago maggiore appartiene alla famiglia degi sparidi, lo si può trovare praticamente a tutte le profondità,in branco o mentre sgranocchia ricci solitario.
La tecnica di pesca più redditizia è l'agguato. Un tempo(negli anni '70-'80) lo si pescava quasi esclusivamente in tana. Bastava infatti localizzarlo e fare un poco di rumore,schiaffi sul pelo dell'acqua, gorgoglii con la bocca,urla attraverso il boccaglio, tutto funzionava.Oggi la bestia si è evoluta e ha trasmesso ai suoi discendenti la giusta strategia: fuggire quando è possibile in mare aperto o nascondersi nella posidonia(quando si nasconde nella posidonia ed è spaventato,cambia livrea e si "stria" confondendosi con i fili d'erba...)Io, quando non ne trovo vicino alle rocce, lo cerco ovunque, e prima di cercare il pesce, cerco possibili resti di ricci spaccati o addirittura resti di escrementi.Lo cucino così:accendo il forno a 180°,pelo le patate e le taglio a tocchetti,condisco con olio sale e rosmarino,quando queste sono dorate pongo il pesce sulle patate, precedentemente condito con vino bianco,con il cucchicio lo bagno spesso con ciò che è sul fondo della teglia del forno,quando mancano 2 minuti alla cottura perfetta, butto una manciata di olive su tutto, danno un profumo unico...Servo e.. Buon appetito!

giovedì 4 novembre 2010

L'ESTATE è FINITA.... E L'ATTREZZATURA??


L'estate è veramente finita e per molti subacquei "di stagione" è arrivato il momento di riporre le armi e con queste l'attrezzatura in toto.Ecco alcuni consigli su come conservare le nostre cose.
LA MUTA: Sciacquatela con acqua corrente e infine lasciatela a mollo qualche ora con dell'ammorbidente per capi delicati.Una volta asciugatasi, appendetela in un ambiente non umido e areato, mai vicino a finestre ove possano intervenire i raggi deleteri del sole,o termosifoni.
Le pinne e la maschera vanno sciacquate bene, asciugate e riposte nel seguente modo, PINNE: Distese senza pesi sopra. MASCHERA:Poggiata su un ripiano senza che la parte che aderisce al viso si deformi(se la avete ancora, usate la scatolina in dotazione.)
Fucili: Sciacquateli bene, svitate le fiocine che altrimenti si "salderebbero" all'asta, un pò di spray al silicone sul meccanismo di sgancio e codolo dell'asta.
Sacca porta attrezzatura : sciacquatela bene con acqua dolce e una volta asciugata, spruzzate con spray al silicone tutte le cerniere, anche se sono marine, non fate l'errore di tenere la vostra attrezzatura nella sacca, è il nido preferito per i topolini che ci rosicchierebbero ben bene tutto!!!...
il gioco è fatto, Buon inverno!.....PIGRONI E FREDDOLOSI TERRESTRI!!!