sabato 26 luglio 2014

LE PREDE DI FRANCESCO E MASSIMILIANO

ECCO I FRUTTI DELLA BATTUTA DI CACCIA DEI NOSTRI SOCI FRANCESCO "BACCIO" E MASSIMILIANO, DUE BELLE PREDE DI CONSIDEREVOLI DIMENSIONI CATTURATE CON LA TECNICA DELL'AGGUATO E DELL'ASPETTO...
BRAVI!!!



DELFINO CHIEDE AIUTO A UN SUB PER ESSERE LIBERATO DA UN FILACCIONE CON AMO DA PESCA PIANTATO NELLA CARNE...COMMOVENTE


martedì 22 luglio 2014

LA PESCA AL DENTICE SECONDO LE MIE ESPERIENZE...

Una volta si diceva che la pesca più impegnativa  e complicata fosse per quel pesce che tutti usavano chiamare con il nome di "Regina" LA CERNIA. Poi, un pò per il livello delle attrezzature e anche per il livello di preparazione dei vari pescasubbi, questo pesce è diventato sempre più alla portata delle nostre fiocine e spesso presente in un carniere, stessa cosa non si può dire del DENTICE, pesce questo,fortemente imprevedibile e sospettoso, le condizioni per insidiarlo e catturarlo sono varie. Prima tra tutte la temperatura dell'acqua, io credo che  questa non influisce sul dentice in quanto predatore ma specificatamente sulle sue prede che sono : occhiate, salpe e altri pesciotti che preferiscono l'acqua calda alla fredda.
Come tutti i predatori, il dentice non ama cacciare in pieno giorno (salvo condizioni particolari di marea-cambio del tempo- correnti) questo ci fa capire che se facciamo una levataccia all'alba o un cala sole avremmo  più probabilità di portare a tiro il bestione. Le attrezzature sono le standard di una normale battuta di caccia alle quali va aggiunto un bel fucilone con lunga gittata e un fucile di scorta sotto al pallone segna sub che potrebbe servire per "doppiare" l'animale ferito. L'allenamento è fondamentale, queste prede si possono incontrare in particolari condizioni a tutte le profondità, io stesso una decina di anni fa, ho catturato un dentice di kg.6.60 in 2 metri d'acqua nel mese di ottobre all'alba e con mare molto mosso, ma le sue quote sono spesso impegnative e poichè parliamo di pesca all'aspetto la cosa si fa impegnativa e purtroppo pericolosa.
Veniamo alla strategia : Regola numero 1, cerchiamo di andare in acqua con un compagno che abbia le nostre stesse capacità, se ci capitasse un incidente a 20 e più metri, questi questo nel tentativo di aiutarci andrebbe inrimediabilmente incontro a dei problemi seri. 2: Curiamo con precisione maniacale la nostra attrezzatura, asta, elastici, pesi, deve essere tutto controllato più volte. 3, La scelta del luogo di caccia è importante, normalmente mi capita di incontrare il dentice in zone ove vi sono delle risalite dal fondo, o su secche ad esempio con la base a 15 metri e con massi che fanno tana e che si ergono fino a 2-3 metri dal fondo, è qui che le castagnole, le occhiate e altre prede del dentice vivono e si assommano. Durante la nostra discesa cerchiamo di "leggere" i messaggi che il mare ci da: se le castagnole sono distribuite a diverse quote di profondità dal fondo alla superficie è un messaggio chiaro del fatto che non ci sono ancora predatori in zona, se queste cono "appallate" cioè formano una palla o un ammasso informe, ci sono grosse probabilità di incontro con predatori tra i quali il dentice. Anni fa, questo strano comportamento  faceva pensare che le castagnole o altri pesci, si "appallavano" per sembrare di più, per sembrare un solo unico grosso pesce e in parte è vero, ma studi più approfonditi dicono anche altro, i pesciotti si raggruppano anche per non dare la possibilità al predatore di mettere a fuoco un solo esemplare del branco, trovo questa strategia affascinante.
Il dentice come tutti gli altri predatori, caccia con il sole alle spalle e contro corrente,  saremo quindi noi a stabilire la nostra posizione sul fondo. Scendiamo e, alla luce di quanto detto, scegliamo il posto migliore per appostarci, molti usano fare dei richiami, forse funziona ma io preferisco non fare alcun rumore, le vibrazioni che emettiamo sono già una gran caciàra per la sensibile linea laterale del predatore. Una volta appostati sul fondo aspettiamo... i dentici sono animali di branco e quindi non arriveranno mai o quasi mai da soli, se avvistiamo il primo esemplare aspettiamo un attimo, tempo pochi secondi e vedremo anche gli altri che spesso sono nelle retrovie, più grossi dei primi e meno disposti a farsi prendere a schiòppettate! ecco, i dentici ci hanno localizzato, ora cerchiamo di sparire alla loro vista schiacciandoci sul fondo e nascondendoci dietro a una roccia o alla posidonia. 1-2-3 secondi dopo alziamoci lentamente e troveremo i pesci a pochi centimetri dal nostro fucile, sono predatori curiosi e famelici  ( se sono in caccia)  e questo li rende curiosi e spesso imprudenti. Cerchiamo, una volta portato a tiro il pesce, di non colpire troppo basso, il loro ventre è tenero e rischieremo di perdere la povera bestia, miriamo alla linea laterale del corpo ben visibile su questo tipo di pesci, questa è in asse con la colonna vertebrale del pesce e se scalfitta o interrotta dalla freccia, fiacca la sua reazione. Lasciate il mulinello lento ma che opponga un minimo di resistenza, infatti, se troppo lento questo potrebbe "imparruccarsi"
Il pesce, una volta colpito cercherà la prima grotta o anfratto liberi nei quali si andrà a rifugiare e cercherà prima possibile di levarsi il ferro di dosso, se ci riuscisse addio pesce! In superficie armatevi del secondo fucile e scendete (non prima di aver effettuato una sosta di recupero di almeno 3 volte l'apnea appena effettuata. ) Scendete e seguite la sagola, vi porterà diritto verso il pesce che sarà come detto in una tana o nascosto nell'alga. Finite subito la preda, è un pesce e non ha corde vocali ma sta soffrendo come soffrirebbe un essere umano.
Buon mare a tutti, Sandro.



giovedì 17 luglio 2014

L'idropneumatico


I primi fucili di questo tipo risalgono ai primi anni '60.) L'Hydra Alcedo ad esempio era prodotto in Italia, ma non ebbe grande successo. I Russi, che quando si parla di armamenti non hanno niente da imparare, hanno continuato a sviluppare il concetto, tanto che ad oggi (in Russia e stati ex-Soviet) esistono numerosi arigiani (più o meno fai-da-te) che realizzano fucili idropneumatici per la pesca subacquea. Lo stesso Dimitry, molto tempo fa, si era dilettato nella realizzazione di un esemplare.

Come funzione un HP (hydro-pneumatic)
Il fucile è composto di un serbatoio (che chiameremo 1) contenente una certa quantità di aria, ad una certa pressione ("certa" nel senso che questi paramentri variano in funzione della potenza che si vuole ottenere ed in particolare in base al progetto, ed ai materiali che si intendono utilizzare).
Nel fucile è inoltre presente un secondo serbatoio (lo chiamiamo 2), separato dal primo (quello contenente aria) da una sorta di paratia mobile.
Il fucile è poi dotato di un sistema che permette di pompare, azionando manualmente una leva, una certa quantità di acqua all'interno del serbatoio 2.
L'asta viene inserita nella canna senza alcuno sforzo.
Quindi si procede a caricare il fucile, azionando la pompa.
L'acqua, che si sa... è incomprimibile, entrando nel serbatoio 2 spinge la paratia comprimendo l'aria presente nel serbatoio 1.
Questa operazione comprime l'aria a pressioni molto alte. Nel caso del nostro fucile parliamo di 90-100 atm.
Al momento dello sparo (e questa è la cosa un pò complicata da descrivere, a causa dei sofisticati ed ingegnosi sistemi meccanici interni) una valvola viene aperta e l'acqua, spinta dall'aria in pressione, trovando una via di sfogo, spinge fuori l'asta.
Non lo so se sono sato chiaro abbastanza, ma sicuramente questo potrà essere argomento di discussione per occupare una uggiosa serata del prossimo autunno/inverno.

martedì 15 luglio 2014

In arrivo il terrore dei 7 mari

Dunque... tempo fa, in una fresca serata invernale, dopo aver polverizzato un pollo cotto al girarrosto, chiacchierando con buon Dimitry Harin (ricordate UBL, quello dei kit sottovuoto in titanio?) del proliferare di sistemi sottovuoto, constatando il dilagare di sistemi a rotelle etc... dopo varie discussioni si era arrivati alla conclusione che bisognava "inventarsi" qualcosa di nuovo. Attenzione: non per diventare ricchi, ma per il puro gusto di realizzare qualcosa di nuovo. Che facciamo, che non facciamo, viene fuori che Dimitry una ventina di anni fa aveva realizzato dei fucili idropneumatici! BINGO, questo bisogna fare!!! (Non che di idropneumatici non ce ne siano, ma certamente è un campo ancora poco battuto.) Con le mani ancora appiccicose del grasso del pollo, malfermi sulle gambe per colpa del vino rosso, guidati dal fascio di luce di una torcia elettrica, ci fiondiamo nella dependance che ospita l'officina. L'atelier dei sogni di qualsiasi pescasubbo. Il posto dove chi è guidato da perizia, abilità, genialità, esperienza è in grado di realizzare praticamente qualsiasi cosa: Dimtry, appunto, non certo io! Da quella sera è passato più di un anno, il progetto si è sviluppato, ha preso forma, si è affinato. Parecchi problemi sono stati affrontati, discussi, risolti. Il target? Uno schioppo dedicato ai grandi pelagici, in grado di sparare bordate potenti e precise, con ingombro ridotto, un rinculo accettabile, facile da gestire, no grattacapi per la manutenzione, affidabile. La volontà è stata quella di giungere al risultato adottando oltretutto soluzioni tecniche particolari. E finalmente il piccolo mostro ha fatto fuoco! Parliamo di un gingillo che scaglia un'asta da 9x145 a 10 metri di distanza con una certa NONSCIALANZA!!! E come ci arriva!!! Da prime misurazioni fatte, siamo intorno ai 48 mt/sec come velocità media sui 10 metri. Per chi non fosse avvezzo a certi numeri, ecco qualche esempio: su un tiro a 5 metri un buon arbalete ha una velicità media sull'ordine dei 20 m/sec, un buon pneumatico sottovuoto arriva a circa 25 mt/sec, un buon roller stacarico di pulegge elastici e rimandi vari arriva intorno ai 23 mt/sec. Ancora qualcosina da mettere a punto, ma il più è fatto. Lo schioppo, assolutamente UNICO nel suo genere, e capostipite di una nuova generazione di fucili subacquei, sarà a disposizione del circolo per test e dimostrazioni. Il merito, lo ripeto, è del bravo Dimitry, che ha accettato la sfida, si è messo in gioco ed ha portato a termine brillantemente la prova.

lunedì 7 luglio 2014

CAMPIONATO REGIONALE 2014 E TROFEO "CITTA' DI LATINA"

Come avevo ampiamente anticipato, il campionato di pesca subacquea si è svolto regolarmente. La vittoria è andata ai fortissimi atleti del "Arco Muto Sub Anzio" con 12 pesci, seguiti dagli atleti della "Foce Del Mignone" di Civitavecchia ( stiamo parlando di due squadre che contano tra le loro fila un atleta arrivato 5° ai mondiali e ben 4 atleti che partecipano attivamente in 1/a categoria, (un pò come la serie A del calcio), la piazza d'onore è stata appannaggio dei nostri soci e allievi Massimiliano, Michele e Francesco (ai quali faccio ancora una volta i complimenti miei e di Ferruccio) tre forti pescatori che quest'anno hanno conseguito il brevetto di agonisti nella nostra scuola. Delle 5 squadre che abbiamo iscritto ben 3 sono andate a punteggio, infatti, oltre ai bravi e ardimentosi amici arrivati terzi, il sottoscritto insieme a Ferruccio e Andrea Adalgisi con 5 prede valide (scartata una murena e un sarago perchè non rientravano nel peso minimo) abbiamo occupato la quinta piazza in classifica, peccato per il grosso dentice al quale non ho sparato che mi sono visto passare davanti nell'ultima immersione a pochi minuti dalla fine della gara e per le grosse Palamite che Ferruccio ha avuto a tiro in una occasione a una profondità di circa 13 metri  ma che a causa del fucile inadeguato non ha premuto il grilletto. I bravi ed esperti Fabio, Gianni e Salvatore con tre prede ma delle quali sono 1 valida, si sono classificati 8/i, peccato per la squadra composta da Claudio, Fabrizio e Victor ai quali il GPS ove erano memorizzate le tane con i saraghi e le tante corvine  scovate in preparazione, ha giocato un brutto scherzo, questo, al momento di svolgere la sua funzione è come impazzito dando ai poveri e sgomenti amici, rotte e luoghi completamente opposti a quelli che i loro occhi ricordavano. Peccato! Stessa sorte è  toccata all'equipaggio D'ascenzio-Arcieli G. Gabrscek  i quali hanno razzolato e cercato prede per 5 ore ma senza riuscire a catturare nulla...
 Per quanto riguarda me e Ferruccio, nonostante il 5° posto ( che, seppur un buon risultato,rimane il peggiore in questa kermesse, è di 2 anni fa il 3° posto e dell'anno scorso il 2° posto)  E' come se avessimo vinto il Campionato del mondo, infatti, sino allo scorso anno, non riuscivamo MAI ad avere in acqua piu' di una squadra e quest'anno con ben 5 equipaggi dei quali uno addirittura sul podio ci ha dato quella che si dice  UNA GRANDE SODDISFAZIONE!!!
Ps: Un Grazie va a Walter e a Daniele D'ascenzio  per la l'estrema disponibilità data al circolo.









venerdì 4 luglio 2014

LATINA SPORT IN CENTRO

Si sta svolgendo nella bella cornice della storica piazza centrale più importante della nostra città, la manifestazione "latina Sport In Centro"
La kermesse si svolge nell'arco di 2 mesi  nei giorni di Venerdì, Sabato e Domenica. Alla manifestazione sono invitate  tutte le associazioni sportive del nostro territorio che si sono distinte nell'agonismo o nella didattica. Sono lusingato, come presidente e socio del nostro circolo, di essere tra queste. Ieri sera il folto pubblico ha potuto apprezzare i filmati che abbiamo proiettato relativi le varie manifestazioni da Noi organizzate, il breve corso di nodi marinari, l'esposizione dei fucili da sub D'epoca e tanto altro ancora.

martedì 1 luglio 2014

LA MORTE DI MASSIMILIANO MI FA RIFLETTERE, ANCORA UNA VOLTA.

Quando, questa mattina presto, uno sconvolto Ferruccio mi ha comunicato della morte dell'amico e compagno di immersioni Massimiliano ancora una volta mi sono fatto delle domande.
Maledetto Internet, maledetto Fessbùc, maledetti siti di divulgazione di filmati di pesca subacquea.
Provo rabbia, ma anche profonda pena, per tutti i  profondisti, o presunti tali, che ancora si ostinano, dopo una loro cattura, a riprendere con la telecamera il loro orologio digitale con profondità e tempi di permanenza sul fondo. Mica si riprendono il viso magari mentre "sambano" o mentre hanno gli occhi fuori dalle orbite dopo una risalita a "cannone" verso la superficie (e l'alto numero di incidenti da blood shift ne è la conferma). Questo non fa pubblicità e sapete quanti ne conosco? Ho ancora negli occhi il post che scrisse Pasquale Barnaba in occasione della divulgazione da parte di un telegiornale nazionale dell'ultimo video di Bruno Bufardeci. . . Se andate a cercare il suo post, egli racconta di aver avuto una disavventura nei mesi precedenti, dalla quale per fortuna ne è uscito indenne grazie al barcaiolo, poi ironia della mala sorte dopo 2 mesi circa leggo della sua morte durante una gara selettiva di pesca subacquea. Eccheccazzo! BASTA con questa strage! Maledetto internet, maledetto Fessbuc, maledetto Youtube.
So che spesso sembro patetico quando racconto di  30 e passa anni fa quando si pescava e basta, se non pigliavi nulla, non andavi a documentarti sul maledetto Internet, insistevi e affinavi la tua tecnica, sempre in totale sicurezza ma allora ognuno valeva uno, cioè se stesso. Non c'erano video da imitare, e il sale in zucca era tanto da mettere al sicuro la propria incolumità e quella della propria famiglia. Quando uno muore infatti, specialmente se giovane, trascina sotto terra tutte le persone che lo hanno amato in vita, questo non è giusto! A quei tempi si pescava con quello che si aveva a disposizione, un paio di pinne di plastica dure come palanche, una sola maschera di gomma, un fucile che spesso era il Medisten della Mares Sub con il quale facevi tutto: aspetto, tana, agguato, quando sparavi. . ."BBBBUM!!" E decine di pesci scappavano impazziti in tutte le direzioni, spaventati dal rumore che l'arma emetteva. Era un suono metallico ed era impressionante, udibile sott'acqua a 50 metri di distanza. A volte per potenziare l'archibugio, l'istinto ti portava a modificarlo allargando i fori di uscita dell'acqua o a pompare qualche atmosfera in più! Oggi, grazie al maledetto Internet, vedi veri e propri cannoni, con i quali puoi fare pure la guerra. Conosco personalmente dei pescatori che escono in mare e non prendono mai nulla, "domani cambio fucile" dicono, e "cambio pure le pinne" aggiungono, "poi già che ci sono, mi faccio fare un'altra bella muta mimetica"! Escono ancora con il nuovo armamentario in mare continuando  a "imbiancare" o ad ammazzare innocenti pesciotti di pochi grammi. Allora vanno sul maledetto Internet e sullo stramaledetto Youtube dove assistono alle gesta di pescatori apneisti che pescano a 40 e più metri:" Beh, se lo fanno loro perchè io no? " sembrano pensare, e tornano in mare, dimenticando che spesso, l'autore di quel video ha in superficie 3-4 compagni pronti a intervenire e comunque alle spalle anni e anni di esperienza.
In occasione di una mia lezione teorica in aula, durante il corso di pesca subacquea di quest'anno, ho fatto una selezione delle morti da sincope, prendendo un anno a caso, mi sembra il 2012. Solo  in quell'anno una ventina di decessi e tutti, o quasi tutti i malcapitati, avevano il barcaiolo che però non era stato in grado di svolgere il suo dovere.
So che la mia didattica - ed è notizia recente - non piace a qualcuno. Bene, potrà pure non piacere a qualcuno, ma prima di parlare bisogna innanzi tutto sapere e poi ricordare quanto dico durante l'anno accademico in piscina. Imparare a immergersi in apnea non significa trattenere per forza per 6 minuti il fiato, così come non significa per forza scendere subito a 20 metri. I metri, cari amici, si guadagnano anno dopo anno, sacrificandosi e andando i mare per 12 mesi consecutivi e con qualsiasi temperatura, e sempre in sicurezza! Il proprio record lo si raggiunge tornando a casa tutte le volte e senza aver rischiato la vita inutilmente.
Il sottoscritto non ha mai perso un proprio allievo in mare, non ha mai consegnato un brevetto a un allievo senza che prima questi non avesse assolto almeno 6 mesi di corso continuativo in piscina. Ci sono allievi che, non avendo terminato il proprio ciclo didattico, non avranno - almeno per quest'anno - il piacere di stringere tra le mani il brevetto da me rilasciato.
Concludo dicendo a coloro che dissentono dalla mia didattica - ma che hanno conseguito con me il brevetto - di farsi un giretto nelle scuole di tutta Italia e di confrontarsi con i brevettati usciti da queste ultime: essi avranno dai miei allievi sempre e solo da imparare.
Sandro

UNO DI NOI CI HA LASCIATO...


Flash/ Ritrovato il corpo del sub scomparso nelle acque di Torre Mattarelle

Il personale della Guardia Costiera e del nucleo sommozzatori dei Vigili del Fuoco ha ritrovato nelle acque di Torre Mattarelle, adagiato sul fondo, il corpo del pescatore subacqueo del quale era stata segnalata nella prima serata di lunedì la scomparsa

Redazione 1 Luglio 2014
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BRINDISI - Il personale della Guardia Costiera e del nucleo sommozzatori dei Vigili del Fuoco ha ritrovato nelle acque di Torre Mattarelle, adagiato sul fondo, il corpo del pescatore subacqueo del quale era stata segnalata nella prima serata di lunedì la scomparsa da parte del compagno di battuta. Si tratta del 33 enne Massimiliano Memmola di Oria, in servizio nell'Esercito Italiano. Il rinvenimento è avvenuto alle 8.00 Il corpo è stato trattenuto sul fondo dalla cintura di zavorra. Sarà certamente disposto l'esame autoptico per stabilire le cause del decesso. Potrebbe essersi trattato di una sincope anossica, il pericolo maggiore che incombe su chi pesca in apnea. Massimiliano Memmola era un appassionato della pesca all'aspetto ai dentici. Ma i particolari del tragico incidente saranno noti più tardi. Sembra che il sub, forse al limite dell'apnea, sia stato intrappolato sul fondo dalla sagola del fucile subacqueo bloccata da qualche lastra di roccia.

DOMENICA SI AVVICINA...FATE I COMPITI!!!