martedì 1 luglio 2014

LA MORTE DI MASSIMILIANO MI FA RIFLETTERE, ANCORA UNA VOLTA.

Quando, questa mattina presto, uno sconvolto Ferruccio mi ha comunicato della morte dell'amico e compagno di immersioni Massimiliano ancora una volta mi sono fatto delle domande.
Maledetto Internet, maledetto Fessbùc, maledetti siti di divulgazione di filmati di pesca subacquea.
Provo rabbia, ma anche profonda pena, per tutti i  profondisti, o presunti tali, che ancora si ostinano, dopo una loro cattura, a riprendere con la telecamera il loro orologio digitale con profondità e tempi di permanenza sul fondo. Mica si riprendono il viso magari mentre "sambano" o mentre hanno gli occhi fuori dalle orbite dopo una risalita a "cannone" verso la superficie (e l'alto numero di incidenti da blood shift ne è la conferma). Questo non fa pubblicità e sapete quanti ne conosco? Ho ancora negli occhi il post che scrisse Pasquale Barnaba in occasione della divulgazione da parte di un telegiornale nazionale dell'ultimo video di Bruno Bufardeci. . . Se andate a cercare il suo post, egli racconta di aver avuto una disavventura nei mesi precedenti, dalla quale per fortuna ne è uscito indenne grazie al barcaiolo, poi ironia della mala sorte dopo 2 mesi circa leggo della sua morte durante una gara selettiva di pesca subacquea. Eccheccazzo! BASTA con questa strage! Maledetto internet, maledetto Fessbuc, maledetto Youtube.
So che spesso sembro patetico quando racconto di  30 e passa anni fa quando si pescava e basta, se non pigliavi nulla, non andavi a documentarti sul maledetto Internet, insistevi e affinavi la tua tecnica, sempre in totale sicurezza ma allora ognuno valeva uno, cioè se stesso. Non c'erano video da imitare, e il sale in zucca era tanto da mettere al sicuro la propria incolumità e quella della propria famiglia. Quando uno muore infatti, specialmente se giovane, trascina sotto terra tutte le persone che lo hanno amato in vita, questo non è giusto! A quei tempi si pescava con quello che si aveva a disposizione, un paio di pinne di plastica dure come palanche, una sola maschera di gomma, un fucile che spesso era il Medisten della Mares Sub con il quale facevi tutto: aspetto, tana, agguato, quando sparavi. . ."BBBBUM!!" E decine di pesci scappavano impazziti in tutte le direzioni, spaventati dal rumore che l'arma emetteva. Era un suono metallico ed era impressionante, udibile sott'acqua a 50 metri di distanza. A volte per potenziare l'archibugio, l'istinto ti portava a modificarlo allargando i fori di uscita dell'acqua o a pompare qualche atmosfera in più! Oggi, grazie al maledetto Internet, vedi veri e propri cannoni, con i quali puoi fare pure la guerra. Conosco personalmente dei pescatori che escono in mare e non prendono mai nulla, "domani cambio fucile" dicono, e "cambio pure le pinne" aggiungono, "poi già che ci sono, mi faccio fare un'altra bella muta mimetica"! Escono ancora con il nuovo armamentario in mare continuando  a "imbiancare" o ad ammazzare innocenti pesciotti di pochi grammi. Allora vanno sul maledetto Internet e sullo stramaledetto Youtube dove assistono alle gesta di pescatori apneisti che pescano a 40 e più metri:" Beh, se lo fanno loro perchè io no? " sembrano pensare, e tornano in mare, dimenticando che spesso, l'autore di quel video ha in superficie 3-4 compagni pronti a intervenire e comunque alle spalle anni e anni di esperienza.
In occasione di una mia lezione teorica in aula, durante il corso di pesca subacquea di quest'anno, ho fatto una selezione delle morti da sincope, prendendo un anno a caso, mi sembra il 2012. Solo  in quell'anno una ventina di decessi e tutti, o quasi tutti i malcapitati, avevano il barcaiolo che però non era stato in grado di svolgere il suo dovere.
So che la mia didattica - ed è notizia recente - non piace a qualcuno. Bene, potrà pure non piacere a qualcuno, ma prima di parlare bisogna innanzi tutto sapere e poi ricordare quanto dico durante l'anno accademico in piscina. Imparare a immergersi in apnea non significa trattenere per forza per 6 minuti il fiato, così come non significa per forza scendere subito a 20 metri. I metri, cari amici, si guadagnano anno dopo anno, sacrificandosi e andando i mare per 12 mesi consecutivi e con qualsiasi temperatura, e sempre in sicurezza! Il proprio record lo si raggiunge tornando a casa tutte le volte e senza aver rischiato la vita inutilmente.
Il sottoscritto non ha mai perso un proprio allievo in mare, non ha mai consegnato un brevetto a un allievo senza che prima questi non avesse assolto almeno 6 mesi di corso continuativo in piscina. Ci sono allievi che, non avendo terminato il proprio ciclo didattico, non avranno - almeno per quest'anno - il piacere di stringere tra le mani il brevetto da me rilasciato.
Concludo dicendo a coloro che dissentono dalla mia didattica - ma che hanno conseguito con me il brevetto - di farsi un giretto nelle scuole di tutta Italia e di confrontarsi con i brevettati usciti da queste ultime: essi avranno dai miei allievi sempre e solo da imparare.
Sandro

Nessun commento:

Posta un commento