giovedì 17 luglio 2014

L'idropneumatico


I primi fucili di questo tipo risalgono ai primi anni '60.) L'Hydra Alcedo ad esempio era prodotto in Italia, ma non ebbe grande successo. I Russi, che quando si parla di armamenti non hanno niente da imparare, hanno continuato a sviluppare il concetto, tanto che ad oggi (in Russia e stati ex-Soviet) esistono numerosi arigiani (più o meno fai-da-te) che realizzano fucili idropneumatici per la pesca subacquea. Lo stesso Dimitry, molto tempo fa, si era dilettato nella realizzazione di un esemplare.

Come funzione un HP (hydro-pneumatic)
Il fucile è composto di un serbatoio (che chiameremo 1) contenente una certa quantità di aria, ad una certa pressione ("certa" nel senso che questi paramentri variano in funzione della potenza che si vuole ottenere ed in particolare in base al progetto, ed ai materiali che si intendono utilizzare).
Nel fucile è inoltre presente un secondo serbatoio (lo chiamiamo 2), separato dal primo (quello contenente aria) da una sorta di paratia mobile.
Il fucile è poi dotato di un sistema che permette di pompare, azionando manualmente una leva, una certa quantità di acqua all'interno del serbatoio 2.
L'asta viene inserita nella canna senza alcuno sforzo.
Quindi si procede a caricare il fucile, azionando la pompa.
L'acqua, che si sa... è incomprimibile, entrando nel serbatoio 2 spinge la paratia comprimendo l'aria presente nel serbatoio 1.
Questa operazione comprime l'aria a pressioni molto alte. Nel caso del nostro fucile parliamo di 90-100 atm.
Al momento dello sparo (e questa è la cosa un pò complicata da descrivere, a causa dei sofisticati ed ingegnosi sistemi meccanici interni) una valvola viene aperta e l'acqua, spinta dall'aria in pressione, trovando una via di sfogo, spinge fuori l'asta.
Non lo so se sono sato chiaro abbastanza, ma sicuramente questo potrà essere argomento di discussione per occupare una uggiosa serata del prossimo autunno/inverno.

Nessun commento:

Posta un commento